Convegno "Un pensiero di frontiera: la riflessione di A. J. Greimas e la ricerca in semiotica strutturale"
In occasione del centenario della nascita di Algirdas Julien Greimas, il convegno ha l’obiettivo di svolgere una riflessione metodologica ed epistemologica sulla semiotica generativa, fondata da Greimas e dal suo gruppo di ricerca a partire dalla metà degli anni sessanta del Novecento, sulla scorta della riflessione emersa all’inizio di quel secolo nell’ambito della linguistica strutturale, attraverso l’opera di autori come Ferdinand de Saussure e Louis Hjelmslev. Nello spirito proprio di questo percorso, il convegno prende spunto da ricerche empiriche recenti per condurre una riflessione su concetti e strumenti analitici della disciplina. Le ricerche presentate potranno esprimerne il senso di due direzioni fondamentali, entrambe legate all’opera di Greimas.
La prima riguarda l’intrinseca e ineliminabile pluralitàdei linguaggi coinvolti nei fenomeni comunicativi, e l’idea della preminenza degli insiemi significantiprodotti nell’interazione comunicativa sui linguaggi definiti e isolati artificialmente, o sui singoli canali di trasmissione attraverso cui essi si manifestano. A partire da questo assunto si è sviluppato un percorso che ha messo al centro il rapporto tra lingua verbale e linguaggi non verbali. Così, si è cercato di estendere a testi sempre più complessi l’idea di Roman Jakobson di una traduzione intersemiotica: il fenomeno per cui linguaggi diversi possono produrre effetti di senso (quasi) equivalenti esprimendo le stesse forme del contenuto attraverso una traduzione fra forme espressive eterogenee. Sviluppando le intuizioni hjelmsleviane sui “linguaggi non linguistici”, il campo dell’arte, e del visivo in generale, ha rappresentato il primo banco di prova per una tale ipotesi di ricerca. È in questa direzione che sono stati cruciali i contributi, tra gli altri, di Omar Calabrese, Jean Marie Floch e Paolo Fabbri. Il progetto è andato oltre oltre questi confini iniziali. Quali sono oggi gli oggetti di ricerca con cui i ricercatori si confrontano per portare avanti questa riflessione? Come gli sviluppi confermano le basi, le modificano, le rinnovano? E quali ricadute epistemologiche e metodologiche sono implicate dallo spostamento di attenzione su nuovi oggetti?
La seconda tematica di ricerca investe il problema di gestire la diversità culturale, e, più in generale, di definire/produrre l’alterità. Cruciale all’interno della riflessione della semiotica sovietica, e in particolare del lavoro di Jurij M. Lotman attorno all’idea di una semiotica della cultura, la questione è stata ripresa e riarticolata nell’ambito della semiotica generativa. Se il tema dell’alterità è legato alla radice teorico-antropologica del pensiero della scuola greimasiana, vale però la pena sottolineare due aspetti. Il primo riguarda il modo in cui essa ha sempre considerato decisiva la componente strategica della comunicazione, intesa come serie di atti linguistici che non si distaccano dagli atti pragmatici, ma ne rappresentano la componente cognitiva all'interno di un’unitaria strategia di senso. Questa concezione ha costituito un’innovazione radicale, permettendo di pensare la comunicazione come un campo di azioni e controazioni, di attività strategiche verbali e non verbali. In secondo luogo le ricerche di Greimas, identificando un livello astratto del linguaggio e della narrazione nel quale si confrontano istanze d’azione astratte, hanno permesso di elaborare una semantica dell’azione, capace di affiancare al tema della rappresentazione dell’alterità quello dell’ “altro” come soggetto d’azione: un soggetto agente, produttore di atti significanti, o che subisce l’azione di attori-agenti e apparati socio-tecnici, volti alla definizione delle condizioni del suo agire.
Laddove si vedono moltiplicarsi campi di traduzioni, di ibridazioni fra linguaggi, di strategie e di tattiche, la riflessione di Greimas risulta oggi ancora piùattuale. E sembrano possibili, o forse già in corso, dialoghi con autori nel passato che conoscevano e praticavano la semiotica, come Michel de Certeau, Paul Ricoeur e Louis marin, o, nella sua peculiarità ineludibile, Michel Foucault.
Nel quadro complesso della società contemporanea, il convegno si pone in quest’ottica come momento di confronto fra semiologi e studiosi appartenenti alle altre discipline delle scienze sociali e della filosofia.
Programma
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