Testimoni di guerra. Cinema, memoria, archivio
Massimiliano Coviello
Questo volume indaga le figure e i racconti del testimone all’interno del cinema contemporaneo con una particolare attenzione alla rappresentazione dei conflitti compresi tra la fine del Novecento e il primo decennio del nuovo millennio. Si tratta di un arco temporale durante il quale le guerre, dalla prima guerra del Golfo a quelle proclamate contro le minacce terroristiche successive all’attentato contro le Twin Towers, e le loro rappresentazioni sono state investite da innovazioni tecnologiche che hanno trasformato radicalmente sia la logistica militare sia i campi e le modalità percettive del conflitto.
A partire dall’analisi di documentari e film di fiction Testimoni di guerra evidenzia le strategie che consentono al racconto audiovisivo una ripresentazione degli eventi traumatici in cui la testimonianza, al di là della relazione indessicale che la natura dell’apparato tecnico di ripresa possiede rispetto alla porzione di mondo inquadrata, emerge come effetto di senso instabile e problematico, in bilico tra l’iscrizione di una soggettività e la cancellazione delle sue tracce. L’efficacia della testimonianza, la sua cattura nel circuito della memoria, la sua presa sociale, dipendono da queste sovrapposizioni: la narrazione di eventi storici si affianca alle marche della soggettività che qualificano il testimone in quanto tale e al contempo imprimono alla documentazione dei fatti la parzialità di un punto di vista che li ricostruisce. La registrazione dell’evento si incrocia con l’emergere di marche discorsive che evidenziano la presenza di un punto di vista; ‘realtà’ e sguardo si misurano reciprocamente e in qualche caso cercano di sopraffarsi; più spesso trovano dei punti di negoziazione, con la documentazione dei fatti che subisce la parzialità di un punto di vista che li ricostruisce. Il potenziale testimoniale si nutre di queste oscillazioni e al contempo apre il campo al lavoro della memoria, pratica sociale e culturale che non può progredire senza i mezzi della narrazione, senza archivi da perlustrare e immagini da riguardare.
This volume examines the figures and the reports of the witness within contem- porary cinema, with particular attention to the representation of the conflicts that took place between the end of the 20th century and the first decade of the new millennium. During this period, technological innovations have radically changed the military logistics, the fields and the ways of perceiving wars (from the Gulf War to those proclaimed against the terroristic threats which followed the Twin Towers’ attacks). Starting from the analysis of documentary – and fiction films, Testimoni di guerra highlights the strategies that allow the audio- visual report to create a new representation of the traumatic events. Thus, the report, free from the indexical relation between the technical equipment and the scene depicted, emerges as a changeable and problematic effect in unstable balance between the inscription of subjectivity and the erasure of its traces. Its effectiveness and social grip depend on these superimpositions: the objec- tive narration of historical events coexists with the subjective report of the wit- ness revealing the partiality of the documentation. Their attempts to overcome each other produce instability to the benefit of the memory, a social and cultural skill that requires access to both narration and images in order to make progress.
Massimiliano Coviello
Ha conseguito un dottorato di ricerca in Studi sulla rappresentazione visiva presso l’Istituto Italiano di Scienze Umane, specializzandosi
in cinema, semiotica e teorie dell’immagine. Ha redatto la voce «Emigrazione» per il Lessico del cinema italiano (2014). È tra i curatori del volume Sguardi incrociati (2011). Fa parte della redazione di Fata Morgana e Carte semiotiche. Coordina il blog lavoroculturale.org.
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