La filosofia del linguaggio. Segni, valori, ideologie
Augusto Ponzio
La filosofia come professione, come istituzione, presuppone una filosofia propria del linguaggio, che si esprime nella tendenza del linguaggio al plurilinguismo dialogico, alla correlazione dialogica delle lingue e dei linguaggi di cui sono fatte, una filosofia del linguaggio, in cui del linguaggio è da intendersi come genitivo soggettivo: un filosofare del linguaggio, che consiste nella pluridiscorsività dialogizzata. La riflessione sul linguaggio da parte delle discipline linguistiche e della filosofia del linguaggio (questa volta nel significato usuale di studio, da parte delle filosofie sul linguaggio), quando è orientata monologicamente, secondo le forze centripete e unificanti della vita linguistica, tradisce – nel doppio senso di deformare, travisare, e di lasciare intravedere involontariamente – questo originario filosofare del linguaggio, questa sua costitutiva pluridiscorsività dialogizzata, senza la quale la stessa oggettivazione del linguaggio e quindi le stesse discipline filosofiche e linguistiche non sarebbero possibili. La pluridiscorsività dialogica del linguaggio acquista così, per la filosofia e per le scienze del linguaggio, una funzione metodologica, sia riguardo allo studio del linguaggio sia nello stesso definirsi, configurarsi, della filosofia come linguaggio. Ne potrebbe conseguire che la filosofia, nella totalità dei suoi interessi e non soltanto per quelli direttamente rivolti al linguaggio, e le scienze in quanto tali, e non solo le scienze del linguaggio, si accostino e si uniformino al plurilinguismo dialogico del linguaggio, riconosciuto come a priori, come condizione trascendentale, della riflessione filosofica e di ogni forma di coscienza critica.
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